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In un mondo ideale i colleghi sarebbero tutti simpatici. Sarebbe facile trovare un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, e tutti i giorni riceveremmo un premio per la nostra bravura.
Ma la realtà è diversa. Non esiste una ricetta capace di farci superare in automatico le difficoltà che caratterizzano il mondo del lavoro. È difficile separare il nostro mestiere dagli altri ambiti della vita, e questo può farci star male. Letteralmente.
Scadenze, riunioni interminabili, carichi di lavoro troppo pesanti. Non dormire abbastanza, saltare i pasti, non avere tempo per ricaricarsi. Se ti senti descritto da queste parole, sappi che non sei solo. Secondo il rapporto di Gallup dal titolo “State of the Global Workplace 2022”, lo stress tra i lavoratori di tutto il mondo, attualmente, è ai massimi storici.
I problemi di salute sono il prezzo che paghiamo per lavorare? Scopriamolo insieme.
Ecco un po’ di dati non proprio rassicuranti, per cominciare:
- In un sondaggio di Statista del 2022 sui dipendenti statunitensi, circa il 23% è convinto di avere un livello di burnout molto alto o alto.
- Il rapporto Mind the Workplace 2022 di Mental Health America rivela che 4 dipendenti su 10 affermano che lo stress sul posto di lavoro influisca sulle loro relazioni con amici, familiari e colleghi.
- Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti riporta che le assenze dal lavoro per malattia hanno raggiunto il massimo storico annuale. Inoltre, nel dicembre 2022, circa 1,5 milioni di americani hanno perso il lavoro per motivi di salute.
- I dati dell’EU-OSHA rivelano che le malattie legate al lavoro sono responsabili di 2,4 milioni di decessi ogni anno in tutto il mondo.
Per avere un quadro generale del rapporto tra lavoro e salute, su ilCVperfetto abbiamo intervistato oltre 1.000 lavoratori statunitensi ed esaminato:
- Le condizioni di salute e benessere dei dipendenti nel 2023
- Testimonianze su come il lavoro influisce sulla salute fisica e mentale
- Quali sono le azioni del datore di lavoro a sostegno della salute dei dipendenti
- Situazioni di assenza dal lavoro per motivi di salute
- Dipendenti che fingono di essere malati, oppure dipendenti che lavorano nonostante siano malati
- Cosa dovrebbero fare le aziende per supportare meglio il benessere generale dei dipendenti
Continua a leggere per scoprire cosa ha rivelato il nostro studio sui problemi di salute legati al lavoro.
Salute e benessere dei dipendenti: statistiche 2023
La prima parte dell’indagine riguardava la salute fisica e mentale. Ai partecipanti è stato richiesto di valutare la loro condizione di salute generale. Quali sono stati i risultati?
- L'83% degli intervistati ha valutato la propria salute fisica come buona o molto buona.
È interessante notare che c'erano disparità nelle risposte fornite all'interno dei diversi gruppi demografici. Scendiamo più nel dettaglio:
- Età: 41 anni o più (87%) contro 25 anni o meno (77%)
- Settori: business e finanza (86%) rispetto a istruzione (73%)
- Dimensioni dell'azienda: 11-50 dipendenti (88%) contro 1-10 dipendenti (76%)
- Tipologia di lavoro: in sede (88%) vs. da remoto (79%)
Ora vediamo i risultati relativi alla salute mentale.
- Il 75% dei partecipanti al sondaggio valuta la propria salute mentale come buona o molto buona.
Di nuovo, ci sono molte differenze di percezione. Nello specifico:
- Età: 41 anni o più (78%) contro 25 anni o meno (71%)
- Settore: business e finanza (83%) rispetto a software/IT (74%)
- Dimensioni dell'azienda: 51-200 dipendenti (83%) contro 201+ dipendenti (67%)
- Reddito annuo: da $50.000 a $74.999 (78%) contro meno di $25.000 (71%)
- Etnia: minoranze etniche (84%) contro etnia bianca (73%)
- Tipo di lavoro: operai di vario genere (78%) vs. ibrido tra colletti bianchi e operai (59%)
Gli intervistati più anziani (41+) e i dipendenti del settore business e finanza sembravano i più soddisfatti della propria salute fisica e mentale.
Ma ci sono alcuni risultati della ricerca che risultano piuttosto sorprendenti.
Lo studio ha dimostrato che le ipotesi basate sull’età potrebbero essere fuorvianti. I giovani, in genere considerati “energici, attivi e sani”, possono provare l’opposto di ciò che ci si aspetta da chi è entrato da poco nel mondo del lavoro.
“I dipendenti più giovani denunciano in generale uno stress maggiore e situazioni di burnout legate al lavoro più frequenti rispetto alle generazioni più anziane. Il 68% delle persone che appartengono alla generazione Z e al gruppo dei millennial più giovani afferma di sentirsi stressato per la maggior parte del tempo. Ciò dovrebbe preoccupare i leader. Stress e burnout influenzano le prestazioni lavorative e la crescita della carriera a lungo termine. Inoltre, il burnout è correlato a rischi per la salute fisica e a scarse relazioni personali”.
– Gallup, “Generation Disconnected: Data on Gen Z in the Workplace”
D’altra parte, le generazioni meno giovani rivelano una vivacità e una visione positiva della vita sorprendenti. Insomma, non esiste una regola o uno schema a cui dovremmo attenerci. L’età va trattata solo come “un numero”. Supposizioni stereotipate basate sull’età possono rivelarsi fuorvianti.
Ciò che si potrebbe trovare anche un po’ controintuitivo, è che chi non lavora da casa valuta la propria salute fisica in modo decisamente migliore di chi lavora da remoto (88% contro 79%). Facciamo luce sulle possibili ragioni di questa differenza.
Secondo il Bupa Wellbeing Index 2022, lavorare da casa è dannoso per la salute quanto fumare. Quasi 1 lavoratore a distanza su 5 (19%) fa meno esercizio fisico, di conseguenza sta seduto più a lungo, il che aumenta il rischio di diabete, di coaguli di sangue e di malattie cardiovascolari. Inoltre, il 31% afferma di tendere a mangiare di più, a casa. Meno esercizio fisico e più calorie non garantiscono di certo una buona salute.
Ma torniamo al nostro studio e approfondiamo i risultati della ricerca.
- Ben il 75% dei dipendenti ritiene che i propri problemi di salute siano legati al lavoro. Per le minoranze etniche il numero cresce ulteriormente (85%).
- Solo il 7% dichiara complessivamente di non avere problemi di salute.
- L'84% dei partecipanti dichiara di assumere medicinali per problemi di salute che considera legati al lavoro. Incredibilmente, nel caso dell’industria manifatturiera, la percentuale era del 99%.
Lavorare per guadagnare. Spendere in medicinali. Assumere medicinali per tornare al lavoro.
È un circolo vizioso.
Come mai? Beh, bisognerà pur pagare le bollette. E tutto il resto.
Andando avanti, volevamo che i nostri intervistati entrassero nel dettaglio sui problemi di salute fisica che devono affrontare. Di fronte alla domanda: "Di quale dei seguenti problemi di salute soffri?" potevano selezionare una o più opzioni. Ecco cosa hanno risposto:
- Problemi alla schiena - 45%
(settore manifatturiero 56% vs. istruzione 29%) - Problemi di vista - 30%
(settore manifatturiero 41% vs. business e finanza 25%) - Emicrania - 27%
(colletti bianchi 31% vs colletti blu 24%) - Problemi di udito - 27%
(settore manifatturiero 35% vs software/IT 20%) - Malattie autoimmuni - 24%
(settore manifatturiero 44% vs software/IT 14%) - Tumori - 17%
(settore manifatturiero 34% vs software/IT 10%)
Come puoi vedere, mal di schiena e problemi alla vista sono stati segnalati come i problemi di salute fisica più comuni. Allo stesso tempo, un fortunato 24% degli intervistati ha affermato di non soffrire di nessuno dei problemi di salute sopra menzionati.
È logico, ed è come se tutti i pezzi del puzzle andassero al loro posto.
I problemi causati dall’esposizione a rischi di tipo fisico sono più diffusi nel settore manifatturiero e in altri lavori da colletti blu. I lavoratori di questi settori hanno anche maggiori probabilità di essere pagati meno. Considerando quanto è costosa l’assistenza sanitaria negli Stati Uniti, per questi lavoratori i problemi di salute potrebbero essere più problematici.
Abbiamo anche chiesto se il lavoro avesse un impatto negativo, positivo o neutro sulla salute fisica dei partecipanti alla ricerca. Le risposte sono state le seguenti:
- Positivo - 48%
- Neutro - 45%
- Negativo - 7%
È interessante notare che il 19% dei dipendenti che guadagnano meno di $25.000 e il 17% di coloro che lavorano nel settore manifatturiero dichiara che il lavoro ha un impatto negativo sulla propria salute. Si tratta del triplo dell’impatto negativo riportato nel complesso.
Passiamo ora ai problemi di salute mentale.
L’indagine internazionale 2022 del McKinsey Health Institute sulla salute e il benessere mentale ha rilevato che circa il 60% dei dipendenti ha avuto almeno un problema di salute mentale ad un certo punto della propria vita.
La salute mentale è una tematica importante per tutti, quindi esaminiamo questa questione cruciale.
Il processo di ricerca ha funzionato esattamente nello stesso modo. Innanzitutto, i nostri partecipanti hanno risposto alla domanda: “Di quale dei seguenti problemi di salute mentale soffri?”. Ecco cosa hanno risposto:
- Stress - 50%
(settore manifatturiero 67% vs istruzione 35%) - Depressione - 46%
(colletti blu 58% vs colletti bianchi 42%) - Ansia - 32%
(settore manifatturiero 42% vs sanitario 22%) - Insonnia - 27%
(settore manifatturiero 38% vs. istruzione 19%) - Comportamenti compulsivi - 24%
(settore manifatturiero 41% vs software/IT 14%) - Burnout - 22%
(settore manifatturiero 35% vs. software/IT 16% | assistenza sanitaria 16%)
Il 15% dei partecipanti ha dichiarato di non soffrire di nessuno dei problemi di salute sopra menzionati. Non tutti, però, si ritengono così fortunati. I dipendenti dell'industria manifatturiera sembrano trovarsi in condizioni fisiche e mentali peggiori rispetto ad altri settori. I numeri parlano da soli, in modo preoccupante.
Per quanto riguarda l’influenza del lavoro sulla propria salute mentale, il 46% degli intervistati lo considera positivo, il 44% neutro e il 10% negativo. Le opinioni dei partecipanti che guadagnano meno di $25.000 sono negative. Infatti, il 28% di loro afferma che il lavoro ha avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale. Anche in questo caso, quindi, il numero complessivo si triplica.
E questo non sorprende. I crescenti timori di recessione e i tempi difficili dal punto di vista economico sono snervanti per la maggior parte di noi. La situazione peggiora ulteriormente per le persone con redditi più bassi.
L'indagine prevedeva anche una sezione dedicata agli infortuni sul lavoro.
- Il 64% degli intervistati ha affermato di aver subito un infortunio sul lavoro.
- Come è facile immaginare, gli operai (74%) hanno riportato infortuni sul lavoro più spesso degli impiegati (63%).
- I dipendenti del settore dell’istruzione rappresentavano il gruppo più numeroso di partecipanti che hanno subìto infortuni sul lavoro (85%). Un dato curioso.
Di seguito sono riportati alcuni risultati degni di nota sugli infortuni sul lavoro, compresi quelli invalidanti, provenienti da altri studi.
L’EU-OSHA sostiene che il numero di infortuni sul lavoro è diminuito del 25% negli ultimi 10 anni.
Secondo Statista, le 3 principali cause degli infortuni sul lavoro più invalidanti negli Stati Uniti nel 2022 comprendono:
- sforzo eccessivo che coinvolge fonti esterne (22%)
- cadute di diversi tipi (18%)
- essere colpiti da un oggetto o da attrezzatura (10%).
Tutti numeri che possono sembrare un po’ spaventosi. Ma cosa pensano i dipendenti dell’impatto del lavoro sulla salute? È giunto il momento di scoprirlo.
Che impatto ha il lavoro sulla salute? Opinioni
Diamo un’occhiata a cosa pensano realmente i dipendenti riguardo al modo in cui il lavoro influisce sul nostro benessere.
Secondo gli intervistati, il lavoro può causare...
- depressione – 81%
- malattie mentali – 74%
- malattie autoimmuni – 63%
- infarto – 62%
- cancro – 55%
Gli intervistati hanno ragione, ma c’è di più: è scientificamente provato che tutti i problemi legati alla salute citati qui sopra (e non solo alcuni) possono essere innescati da cause di tipo lavorativo o legate al luogo di lavoro. Dai un'occhiata.
Quali sono le cause delle malattie sul lavoro?
Molti tipi di malattie, tra cui il cancro, i disturbi respiratori, le malattie cardiovascolari, le malattie della pelle, i disturbi muscoloscheletrici e i problemi di salute mentale, possono essere causati o peggiorati dal lavoro. Sebbene le cause alla base di tali malattie possano essere complesse, è noto che alcune situazioni di esposizione a rischi sul posto di lavoro contribuiscono allo sviluppo o al peggioramento di una malattia, tra cui:
- sostanze pericolose, come agenti chimici e biologici, compresi gli agenti cancerogeni
- radiazioni, comprese le radiazioni ionizzanti e le radiazioni ultraviolette provenienti dal sole
- fattori fisici, tra cui vibrazioni, rumore, sollevamento manuale di pesi e lavoro sedentario
- fattori di rischio psicosociali e organizzativi del lavoro, come il lavoro a turni e lo stress.
–EU-OSHA
Tornando ad altri risultati degni di nota della nostra ricerca:
- Ben il 96% degli intervistati impiegati in modo ibrido tra colletti bianchi e operai ritiene che il lavoro possa causare depressione.
- L’80% dei lavoratori del settore educativo concorda sul fatto che, a causa del lavoro, è possibile soffrire di malattie autoimmuni. Il 79% dei partecipanti che lavorano in piccole imprese (1-50 dipendenti) condivide questa opinione.
- Le minoranze etniche (81%), i dipendenti di piccole imprese (80%) e i lavoratori non laureati (78%) sono più convinti rispetto ad altri gruppi demografici che il lavoro possa provocare un infarto.
- Il 77% dei partecipanti al sondaggio appartenenti a minoranze etniche e il 76% che lavorano nel settore dell'istruzione hanno affermato che il lavoro potrebbe causare il cancro.
Agli intervistati è stato inoltre chiesto quali aspetti del lavoro potrebbero, a loro avviso, avere l’impatto peggiore sulla salute mentale. I partecipanti potevano selezionare al massimo due opzioni. Le risposte sono state le seguenti:
- Stress legato al lavoro - 38%
(sanità 49%) - Carico di lavoro eccessivo - 37%
(software/informatica 42%) - Pettegolezzi sul posto di lavoro - 23%
- Guadagni bassi - 23%
(settore produzione 30%) - Cattiva gestione - 18%
(colletti blu 31% vs colletti bianchi 17%) - Mancanza di comunicazione efficace - 18%
(istruzione 27%) - Conflitti sul posto di lavoro con i colleghi - 17%
- Essere vittima di discriminazione e/o bullismo - 13%
(istruzione 22%)
L’elenco dei fattori che possono toglierci serenità e contribuire allo stress sembra infinito. Ma cosa fanno i leader rispetto ai possibili danni alla salute causati dal lavoro? Minimizzano il problema? Continua a leggere per scoprirlo.
Problemi legati alla salute sul lavoro
Diamo ora un’occhiata alla percezione dei lavoratori nei confronti della loro azienda. I datori di lavoro come trattano i problemi legati alla salute?
- L'80% degli intervistati concorda sul fatto che il proprio datore di lavoro si prende cura della loro salute fisica. Quasi altrettanti (78%) affermano la stessa cosa riguardo alla propria salute mentale. E queste sono certamente buone notizie.
- La cosa interessante è che i partecipanti con una laurea specialistica o master sembrano notevolmente più soddisfatti dell’atteggiamento del datore di lavoro nei confronti della loro salute mentale, rispetto agli intervistati senza laurea: l’88% contro il 70% delle risposte positive. L’istruzione apre le porte a migliori opportunità di carriera? Forse. Ma non è scontato.
Non male finora. Adesso però concentriamoci sulle azioni, che valgono ben più delle parole.
Ai partecipanti è stato chiesto quale tipo di aiuti ricevessero da parte del loro datore di lavoro.
- L'85% degli intervistati ha accesso all'assicurazione sanitaria. Non è così per tutti, però. L’assicurazione sanitaria si rivela disponibile solo per il 60% di coloro che non hanno una laurea. È interessante notare che c’è anche disparità all’interno dei diversi gruppi demografici. Gli impiegati hanno un migliore accesso all’assicurazione sanitaria rispetto agli operai: 86% contro 76%. La stessa tendenza potrebbe essere osservata nel caso delle grandi e piccole imprese: 87% contro 76%.
- All’82% dei partecipanti è stato fornito dal proprio datore di lavoro l’accesso a professionisti della salute mentale. La percentuale è più elevata nel caso degli addetti all'industria manifatturiera (94%).
- L'81% degli intervistati ha accesso ad alcuni benefit legati al benessere. E ancora, per i lavoratori dell’industria manifatturiera, i numeri sono più alti: 92%.
Come riferiscono il Dipartimento del Lavoro e il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti, l’enfasi sul benessere è cresciuta nel tempo. Oggi, l’80% delle aziende statunitensi che impiegano più di 50 persone offrono programmi di benessere aziendale.
Ecco altri risultati della ricerca che vale la pena di menzionare:
- Quasi 9 intervistati su 10 (86%) hanno riferito che il loro datore di lavoro ha condotto sondaggi sulla soddisfazione dei dipendenti. Questa è un’ottima notizia. Più conosci le esigenze e i pensieri della tua forza lavoro, più puoi fare per creare un ambiente positivo.
- In generale, la maggior parte dei partecipanti al sondaggio ritiene che il proprio datore di lavoro abbia molto a cuore il loro benessere generale. Non ci sono state differenze significative tra i settori e altri dati demografici.
Decisamente un buon risultato.
Passiamo ora al tema delle assenze sul posto di lavoro.
Assenza dal lavoro per motivi di salute
Diamo uno sguardo alle assenze dal lavoro per malattia. Ecco alcuni dati allarmanti da cui partire.
Circa 7,8 milioni di lavoratori statunitensi hanno perso il lavoro nel gennaio 2022 perché hanno avuto una malattia, un infortunio, un problema medico o un appuntamento, rispetto ai 3,7 milioni del gennaio 2021.
–U.S. Bureau of Labor Statistics
Sono numeri decisamente preoccupanti.
In questo studio abbiamo voluto approfondire anche il tema delle assenze dal lavoro per motivi di salute. Alla domanda: “Quanti giorni sei stato assente dal lavoro per malattia nel 2022?” i partecipanti hanno risposto così:
- Nessuno - 5%
- 1–3 giorni - 31%
- 3–6 giorni - 49%
- 1–2 settimane - 14%
- Più di due settimane - 1%
Non ci siamo concentrati sui motivi specifici delle assenze. Ma diamo un’occhiata ai risultati di Statista.
Secondo la ricerca di Statista sulla salute e il benessere sul posto di lavoro, la pandemia di COVID-19 (compreso il long COVID) e lo stress legato al lavoro sono state le principali cause di assenza negli anni 2020 - 2022.
La parte difficile è determinare quando una malattia è reale e quando è falsa. Missione impossibile: è una questione di fiducia.
Quindi ora diamo un'occhiata ai numeri relativi a quando un dipendente finge di essere malato per evitare di presentarsi al lavoro.
Fingere una malattia vs lavorare anche se malati
Onestà e professionalità vanno sempre di pari passo? I nostri intervistati non ne sono convinti. Alla domanda “Hai mai finto di essere malato per evitare il lavoro?”, il 68% dei partecipanti ha risposto di sì. Andiamo più a fondo.
- Ben il 96% dei partecipanti ha affermato di aver finto malattie per evitare impegni lavorativi, soprattutto nel settore dell’istruzione.
- La maggior parte degli intervistati che ha simulato problemi di salute ha ammesso di averlo fatto due volte (57%) nell’ultimo anno. Il 22% ha riferito di averlo fatto tre volte e il 18% di aver simulato una volta.
- Solo il 3% dei partecipanti ha finto di essere malato per evitare il lavoro quattro o più volte. La percentuale era notevolmente più alta nel caso dei non laureati (14%).
Ora cambiamo prospettiva e passiamo ad analizzare chi lavora nonostante sia malato.
Abbiamo chiesto ai partecipanti alla ricerca se lavorano anche quando sono effettivamente indisposti. Il 76% ha affermato di sì. I numeri erano ancora più alti per i lavoratori delle aziende che impiegano da 1 a 10 persone (93%), del settore dell’istruzione (92%) e per gli intervistati che guadagnano meno di 25.000 dollari (91%).
Per quanto riguarda l’entità del fenomeno, è emerso che nell’ultimo anno gli intervistati hanno lavorato nonostante problemi di salute…
- Una volta – 22%
- Due volte – 44%
- Tre volte – 28%
- Quattro volte o più – 6%
Uno dei maggiori problemi del mercato del lavoro statunitense è che non esiste una legge federale che garantisca permessi retribuiti dal lavoro. Nemmeno un giorno. Di conseguenza, i dipendenti spesso si presentano al lavoro sentendosi male, vivendo situazioni stressanti e provando dolore fisico o emotivo.
Il che porta al fenomeno del presenzialismo, che va senza dubbio scoraggiato.
Con presenzialismo si intende la perdita di produttività che si verifica quando i dipendenti si presentano sul posto di lavoro ma offrono una produttività ridotta a causa di una malattia, un infortunio o un’altra condizione di disagio. Certo, il dipendente può essere fisicamente al lavoro, ma potrebbe non essere in grado di svolgere pienamente i propri compiti ed è più probabile che commetta errori.
–Investopedia
Il presenzialismo costa all’economia americana circa 150 miliardi di dollari in perdita di produttività ogni anno. Per non parlare del prezzo che i dipendenti pagano per questo in fatto di salute fisica e mentale.
Dicono gli intervistati
Torniamo al nostro studio. In una delle sezioni del sondaggio, i partecipanti hanno potuto condividere la loro esperienza con l’influenza negativa del lavoro sulla loro salute. Lasciamo a loro la parola.
“A volte sono stato così oberato di lavoro che ho iniziato ad avere attacchi di panico.”
“In poche parole, sono in burnout. Ho lavorato tutti i giorni, senza esagerare, nell’ultimo anno e mezzo. Non ho staccato nemmeno a Natale, perché avevo bisogno di soldi, ma sono stanco e sto diventando davvero irritabile. Mi ritrovo ad addormentarmi sul mio portatile, non dormo bene e non mangio bene perché sono costantemente stressato. La mia ansia peggiora, sapendo che tutto il mio lavoro, quando lo consegno, può essere rifiutato e gettato via perché il cliente può decidere che non lo vuole o che non è più quello di cui ha bisogno.”
“A volte è come se sentissi la mia pressione sanguigna andare alle stelle. Devo preoccuparmi di accontentare tutti al lavoro perché ho bisogno di soldi per sopravvivere, per poter mangiare il giorno dopo. Sono così stressato, non ha senso.”
“Ho un amico che soffre di torture mentali a causa del lavoro. Ogni giorno va al lavoro provando paura e depressione. Perché la sua famiglia vive solamente con il suo stipendio”.
“Una volta mio padre è stato chiamato a sostituire l’impianto di riscaldamento di una casa e a lavorare a una temperatura di meno 6 gradi. Ha completato il lavoro da solo perché non aveva altra scelta, quando è tornato a casa le sue dita erano così gravemente congelate che ho dovuto fasciargliele. Fortunatamente ho una formazione medica, e ho potuto salvargli tutte le dita. Il suo datore di lavoro non ammette di averlo messo in pericolo. Fortunatamente mio padre ha trovato presto un’azienda migliore per cui lavorare”.
Storie così strazianti possono lasciarci senza parole. Agire è doveroso. Ed è compito del datore di lavoro fare la cosa giusta.
Cosa possono fare i datori di lavoro per sostenere meglio la nostra salute?
È il momento di farci la domanda più importante di tutte: cosa possono fare le aziende per sostenere meglio la salute dei propri dipendenti?
Vediamo se esiste qualche rimedio.
Secondo i partecipanti alla nostra ricerca, i datori di lavoro dovrebbero...
- coprire interamente l’assicurazione sanitaria dei propri dipendenti: 83%.
- fornire ai propri dipendenti accesso gratuito a professionisti della salute mentale: 83%.
- fornire ai propri dipendenti accesso gratuito a benefit per il loro benessere: il 78%.
Scavando più a fondo, ci siamo chiesti quali fossero i modi più efficaci per sostenere la salute dei dipendenti. Ogni intervistato poteva scegliere fino a due opzioni. Le risposte sono state le seguenti:
- Assistenza sanitaria mentale gratuita - 40%
(sanità 54%) - Accordi di lavoro flessibile - 33%
(software/informatica 39%) - Benefit benessere - 29%
(produzione 35%; affari e finanza 35%) - Promozione di una cultura del lavoro positiva - 26%
- Più ferie/permessi retribuiti - 21%
- Rimborsi spese medicinali - 19%
(istruzione 30%) - Fornire formazione sulla salute mentale ai leader - 16%
(istruzione – 26%) - Altro - 3%
L’ultima domanda della nostra indagine riguardava le modalità di lavoro a distanza. Ben l’82% dei partecipanti ritiene che il lavoro in remoto abbia un’influenza positiva sulla salute mentale dei dipendenti.
Cari datori di lavoro, prendete nota. I dipendenti soddisfatti sono l’investimento più grande. Qualunque cosa funzioni per loro, nel lungo periodo, funzionerà anche per l’azienda.
Tuttavia, sempre più aziende comprendono che il futuro del lavoro è il benessere dei dipendenti.
Nel sondaggio HR Sentiment di The Future Workplace 2021, il 68% dei dirigenti senior delle risorse umane (di cui il 40% erano Direttori delle Risorse Umane) ha valutato il benessere e la salute mentale dei dipendenti come priorità principali.
I luoghi di lavoro sono quindi sulla strada della ripresa? Il tempo lo dimostrerà.
Una cosa è certa. Quando è in gioco la salute, prevenire è sempre meglio che curare.
Qual è la diagnosi finale? Se stanno bene i dipendenti, sta bene anche l’azienda. Prenditi cura di te stesso.
Punti chiave
Qualche ultima considerazione prima di andare. Ecco un riepilogo di ciò che ha rivelato il nostro studio.
- La metà degli intervistati ha dichiarato di soffrire di stress legato al lavoro. Allo stesso tempo, quasi altrettanti partecipanti (46%) hanno ammesso di soffrire di depressione.
- Problemi alla schiena (45%) e problemi alla vista (30%) sono stati segnalati come i problemi di salute fisica più comuni.
- I lavoratori del settore manifatturiero hanno dovuto affrontare la situazione più drammatica di tutti i gruppi demografici. A causa della natura del loro lavoro, sono più inclini rispetto ad altri a vari problemi legati alla salute fisica e mentale.
- Il 68% dei partecipanti al sondaggio ha confessato di aver finto di essere malato per evitare di lavorare nell’ultimo anno.
- Nell’ultimo anno, il 78% dei partecipanti alla ricerca è andato al lavoro nonostante fosse malato.
- Più di 8 intervistati su 10 (83%) hanno affermato che un datore di lavoro dovrebbe fornire loro accesso gratuito ai professionisti della salute mentale.
- 1 partecipante su 3 (33%) ritiene che le modalità di lavoro flessibile siano il modo più efficace per sostenere la salute dei dipendenti. Inoltre, l’82% ritiene che il lavoro in remoto abbia un’influenza positiva sulla salute mentale dei dipendenti.
- Più della metà degli intervistati (55%) ritiene che il lavoro possa provocare il cancro.
Metodologia di ricerca
I risultati sopra presentati sono stati ottenuti intervistando 1011 partecipanti online tramite uno strumento di sondaggio personalizzato. Sono state poste loro domande sull’impatto del lavoro sulla loro salute. Agli intervistati è stato chiesto di esprimere quanto fossero d’accordo con certe affermazioni assegnando a ogni dichiarazione un numero in scala. Sono state poste domande sì/no, domande aperte, e domande a risposta multipla. Tutti gli intervistati inclusi nello studio hanno superato una domanda introduttiva di controllo dell’attenzione.
Limiti della ricerca
I dati presentati si basano su auto-dichiarazioni degli intervistati. Tutti coloro che hanno partecipato al nostro sondaggio hanno letto e risposto a ogni domanda senza alcuna direzione nella ricerca o interferenza. I dati auto-riportati, in genere, presentano molti potenziali problemi, come l’influenza nei risultati della memoria selettiva, problemi di riduzione, attribuzione o esagerazione. Alcune domande e risposte sono state rifrasate o sintetizzate per una maggiore leggibilità e facilità nella comprensione.
Dichiarazione di utilizzo trasparente
Saremo felici se vorrai condividere la nostra ricerca. Utilizza pure le nostre immagini e informazioni. In cambio, ti chiediamo di inserire il link a questa pagina, così che i tuoi lettori possano consultare lo studio completo. Inoltre, ti chiediamo di condividere questo contenuto esclusivamente per un utilizzo non commerciale.
Sources
- Better Health Channel, “Work And Your Health”
- “Bupa Wellbeing Index 2022”
- European Agency for Safety and Health at Work, “Work-related Diseases”
- Foulis, M., “7 Most Common Occupational Diseases”
- Future Workplace, “2021 HR Sentiment Survey”
- Gallup, “State of the Global Workplace: 2022 Report”
- Investopedia, “Presenteeism”
- Ipsos, “Mental Health In The Workplace: Global Impact Study”
- Meister, J., “The Future Of Work Is Employee Well-Being”
- Mental Health America, “2022 Mind The Workplace: Employer Responsibility to Employee Mental Health”
- McKinsey Health Institute, “Present Company Included: Prioritizing Mental Health And Well-being For All”
- Pendell, R. & Vander Helm, S., “Generation Disconnected: Data on Gen Z in the Workplace”
- Schreiber, M., “Absence From Work At Record High As Americans Feel Strain From Covid”
- Statista, “Stress And Burnout – Statistics & Facts”
- Statista, “U.S. Mental Health Issues – Statistics & Facts”
- Statista, “Workplace Health And Wellness In The U.S. – Statistics & Facts”
- The American Institute of Stress, “42 Worrying Workplace Stress Statistics”
- U.S. Bureau of Labor Statistics, “7.8 Million Workers Had An Illness-related Work Absence In January 2022”
- U.S. Bureau of Labor Statistics, “Labor Force Statistics from the Current Population Survey”
- U.S. Department of Labor, U.S. Department of Health and Human Services, and RAND Health, “Workplace Wellness Programs Study – Research Report”
- Uzialko, A., “The Problem of Presenteeism: Employees Coming to Work Sick Costs Businesses”
- Workhuman, “20 Impactful Workplace Wellness Statistics in 2023”
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